Tradire le piccole imprese vuol dire tradire il Paese
Nel 2020 abbiamo accolto con entusiasmo la scelta di rilanciare il comparto delle costruzioni e l’economia nazionale potenziando i bonus edilizi esistenti e introducendone di nuovi.
Sconto in fattura e cessione del credito erano strumenti pensati principalmente per quei piccoli operatori che in Puglia, come nel resto del Paese, sono larga maggioranza: oltre 28.000 aziende e 74.000 addetti solo nella nostra regione.
Oggi, di tanti buoni propositi, rimane ben poco.
Il caro materiali affrontato in maniera troppo timida ma soprattutto una serie di scelte legislative confusionarie, contraddittorie e a tratti irragionevoli – ben 14 interventi normativi e di prassi in soli quattro mesi – hanno condotto decine di migliaia di piccole e medie imprese pugliesi a un inevitabile blocco dei cantieri.
Edili, impiantisti, serramentisti vivono ormai da mesi le incertezze derivanti da continui cambi di regole, specie sotto il profilo della cessione dei crediti.
Anche chi ha rinunciato a utilizzare lo strumento per il futuro, si trova oggi nell’impossibilità di recuperare o monetizzare crediti ormai presenti nei propri cassetti fiscali per lavori eseguiti, con l’unica certezza di dover pagare dipendenti, fornitori, Stato e INPS , dopo aver rischiato capitale proprio o aver assunto impegni con le banche.
Gli istituti di credito, infatti, si dichiarano oberati, indisponibili o semplicemente diffidenti perché non ritengono più profittevole acquisire crediti e men che meno quelli di piccolo importo.
Lo Stato, anziché stanare chi ha fatto un uso distorto delle agevolazioni, ha stato introdotto l’obbligo per le imprese di dotarsi dell’attestazione SOA per lavori di importo più elevato: una regola che rende lo strumento utilizzabile solo da pochi grandi gruppi industriali.
Nonostante gli allarmi lanciati dalla nostra Organizzazione ad ogni livello, questa situazione è ancora oggi sottovalutata nella portata potenzialmente devastante delle sue conseguenze economiche e occupazionali.
Finora la politica nazionale è rimasta sorda alle esigenze di sopravvivenza di quelle “piccole imprese spina dorsale del Paese” di cui ci si ricorda solo in occasione dei pubblici proclami. Vogliamo in particolare richiamare quei parlamentari pugliesi che hanno firmato di proprio pugno gli emendamenti che, cambiando le regole in corsa, hanno messo fuori gioco le nostre imprese.
A tutti loro diciamo:
RIMEDIATE, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI! OCCORRONO SOLUZIONI URGENTI PER SALVARE IL COMPARTO DAL FALLIMENTO!
Qualora riteneste di perseverare nella vostra indifferenza, vi ringrazieremo per averci fatto comprendere con chiarezza chi ha realmente a cuore le piccole e medie imprese e gli artigiani pugliesi: non mancheremo di ricordarcene alla prossima occasione elettorale.